Scuola, la Cisl lancia l’allarme sugli organici: “In Piemonte mancano 180 posti”

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Scuola ennesimaLa segretaria regionale Cisl Scuola Maria Grazia Penna: “Il Piemonte è tra le regioni più penalizzate, con riflessi sull’occupazione e sul buon funzionamento degli istituti”

Giovedì 3 aprile – 14.30

Alcuni giorni fa (il 1° aprile), il Miur ha trasmesso la circolare con le tabelle degli organici del personale docente per il 2014-2015 suddivise per regioni e gradi di scuola. A fronte di una crescita di circa 3.000 alunni, al Piemonte vengono riconosciuti per il 2014-2015  66 posti in più in organico di diritto, dato ricavato dalla differenza tra i 42.048  docenti (attribuiti dal Miur per il 2013-2014) e i 42.114 (assegnati sempre dal Ministero per l’anno 2014-2015).

In realtà, per il 2013-2014, il Miur ha autorizzato 204 posti in più (presi dall’organico di fatto) arrivando al totale di 42.252 posti-docenti.
Confrontando i dati reali con l’organico attribuito per il prossimo anno scolastico, risulta un saldo negativo di 138 posti. Se a questi si aggiunge il consolidamento di circa 40 posti di scuola dell’Infanzia dell’anno in corso, vengono a mancare in Piemonte circa 180 posti in organico di diritto.   

 

Gli annunci del Ministro – spiega la segretaria regionale Cisl Scuola Maria Grazia Pennadi investire sulla scuola non corrispondono ad azioni reali. Il Piemonte, con quasi 180 posti in meno, è tra le regioni più penalizzate, con riflessi sull’occupazione e sul buon funzionamento degli istituti. Faremo pressione a tutti i livelli per valorizzare l’autonomia delle scuole, dotandole di organici adeguati e funzionali”.

Per Teresa Olivieri, segretaria Cisl Scuola Torino-Canavese: “Dei complessivi 180 posti mancanti, il 45% interessa la provincia di Torino, che ancora una volta risulta fortemente penalizzata. Se ciò avvenisse assisteremmo alla riduzione delle classi a tempo pieno e a tempo prolungato, all’aumento del numero di alunni per classe, con conseguente riduzione della qualità e delle politiche per la sicurezza.  Come sindacato non possiamo accettare che questo avvenga”.

 

Redazione