Il ddl Delrio è legge: Province, addio. Lavagno: “Ciò che viene meno è la democrazia”

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foto-bandiere-balcone-300x200Fornaro (PD): “Soddisfazione per il raggiungimento di questo obiettivo che porta più democrazia nei piccoli comuni”. Dadone (M5S): “Provvedimento che protrarrà una condizione di diseguaglianza nel concorso di ogni singolo cittadino italiano alla politica e all’amministrazione del Paese”

Giovedì 3 aprile – 17.30

Con 260 voti a favore, 158 contrari e 7 astenuti, la Camera ha dato il via libera definitivo al disegno di legge Delrio sulle province. La legge prevede che le province diventino enti di secondo livello, imperniati su tre organi: il presidente, che sarà il sindaco del capoluogo; l’assemblea dei sindaci, con tutti i primi cittadini del circondario; il consiglio provinciale, da 10 a 16 membri scelti tra gli amministratori municipali sul territorio.

Altra importante novità è che per nessuno di questi organi è previsto un compenso. Nè i 52 presidenti di Provincia che sarebbero scaduti in primavera, né i 21 commissari in carica fino al 30 giugno percepiranno alcuna indennità.

 

Fabio Lavagno, deputato piemontese di Sinistra Ecologia e Libertà parla di abolizione della democrazia: “I giornali, oggi on-line domani nella versione cartacea vi racconteranno che le Province sono state abolite. Si tratta di una grandissima menzogna.
Le Province rimarranno eguali in numero e dimensioni, con la stessa articolazione dell’amministrazione periferica dello Stato (prefetture, questure, direzioni scolastiche, etc.). Ciò che viene abolito è semplicemente la democrazia. Presidente e Consiglio, infatti non verranno più eletti dai cittadini ma dai Consiglieri comunali trasformando le Province in enti di secondo livello. C’è una bella differenza tra abolire un ente e abolire le elezioni che lo regolano”.

 

Opposta le reazione di Federico Fornaro, senatore piemontese del Partito Democratico: “Con l’approvazione definitiva del disegno di legge Delrio, l’aumento dei consiglieri comunali da 6 a 10 e da 10 a 12 a seconda della fascia di popolazione, la reintroduzione della giunta nei comuni sotto i mille abitanti e il terzo mandato per i sindaci nei comuni sotto i tremila, diventano realtà. Sono felice di condividere con gli amministratori di migliaia di comunità locali la soddisfazione per il raggiungimento di questo obiettivo che porta più democrazia nei piccoli comuni“. “Un importante risultato – continua – conseguito nonostante la demagogica opposizione di Forza Italia, Lega e Movimento 5 Stelle che hanno deliberatamente scambiato il “volontariato civile” dei consiglieri dei piccoli comuni con inesistenti 26.000 poltrone stipendiate e con un altrettanto inesistente aumento di costi per uffici e auto. E’ un comportamento tanto strumentale quanto distante dalla realtà dei nostri territori“.

 

E proprio dal MoVimento 5 Stelle era arrivato già ieri arrivata una pregiudiziale di costituzionalità. Fabiana Dadone indicava, tra i punti “incriminati”, “l’eventuale aggravio di spesa: difficile infatti sostenere che con un incremento di circa 26.000 consiglieri e circa 5000 assessori non si spenderà nulla“. Ma soprattutto “la mancanza di controllo da parte dei cittadini sulle nuove province, visto che non potrà votarne i componenti. I cittadini di ciascun territorio avranno infatti non solo il Comune ma anche la nuova Provincia con la differenza che mentre il primo resterà elettivo, la seconda sarà scelta da chi siede in comune. Resta quindi un livello amministrativo ma non sarà più controllabile dai cittadini che invece si troveranno (se anche il ddl di riforma del titolo V della Costituzione andrà in porto) con un tre istituzioni elette direttamente: comune, regione e Camera dei deputati, e con due istituzioni intoccabili: province e Senato della Repubblica. I centri di potere resteranno praticamente gli stessi, cambierà però la concentrazione del potere decisionale, con un evidente rafforzamento per chi è dentro le istituzioni locali di influire e pilotare le scelte di altri organi, al riparo dai voti e dalle libere scelte dei cittadini“.

 

Redazione