Impiego e valorizzazione della pietra locale: “Al contempo un vanto e una necessità”

0
269

tavolo pietraCosì Dardanello: “Quanto mai importante il suo impiego per far crescere l’occupazione, rilanciando l’economia”

Martedì 11 marzo – 15.15

L’impiego e la valorizzazione della pietra locale nelle opere pubbliche e nei cantieri di restauro è stato l’oggetto del convegno che si è tenuto oggi 11 marzo presso il salone d’onore della Camera di commercio.
Ad aprire i lavori il presidente dell’ente camerale cuneese Ferruccio Dardanello. “L’incontro di oggi vuole sottolineare l’importanza dell’utilizzo e la conseguente valorizzazione della pietra locale negli impieghi pubblici e privati relativi a strutture urbanistiche e architettoniche.

La nostra pietra è al contempo un vanto e una necessità: un vanto perché prestigiosa e conosciuta nel mondo, una necessità perché proprio in un periodo come l’attuale è quanto mai importante il suo impiego per far crescere l’occupazione, rilanciando l’economia”.

 

Il sindaco di Barge e assessore provinciale Luca Colombatto, che da sempre attua una politica di promozione dell’utilizzo della pietra locale nei cantieri pubblici, ha posto in evidenza “l’importanza fondamentale di un impiego ben ponderato dei prodotti lapidei nei lavori pubblici e nei cantieri di restauro, che tenga conto di quanto già costruito. I materiali utilizzati nel passato debbono infatti imporre regole precise circa il loro uso in eventuali cantieri futuri, così come le tecniche costruttive originali vanno studiate e rispettate per interventi costruttivi e/o di restauro che siano assolutamente rispettosi e filologicamente corretti”.

 

L’attività estrattiva di alcuni bacini minerari del territorio, in particolare quelli di Barge e Bagnolo Piemonte, costituisce di fatto uno dei più importanti punti di forza dell’economia locale: pressoché il cinquanta per cento del Prodotto Interno Lordo delle nostre zone è infatti inscindibilmente legato alla filiera della pietra, che impiega circa diecimila lavoratori. Stante l’attuale congiuntura economica, ancora decisamente critica, l’incontro ha evidenziato come sia imprescindibile garantire un sostegno concreto all’economia del territorio, provvedendo, nel caso specifico, alla massima tutela delle aziende impegnate nell’attività estrattiva e di cava, anche tramite la promozione di una maggiore sensibilizzazione all’impiego dei prodotti lapidei autoctoni.

 

Claudio Bonicco, presidente dell’ordine degli architetti di Cuneo, ha sottolineato come “Allo stesso modo in cui si è affermata la cultura del cibo e delle specificità enogastronomiche sia necessario costruire le basi per il diffondersi di una cultura diffusa della qualità urbana e architettonica del territorio. Si tratta infatti di una risorsa essenziale che, per essere valorizzata, va conosciuta nelle proprie specificità e messa in relazione con la dimensione nazionale e internazionale”. “Pensare globale, agire locale” è uno slogan riproposto recentemente dal noto imprenditore Oscar Farinetti ma la sua attribuzione è ben più lontana. L’urbanista/sociologo scozzese Sir Patrick Geddes già nel 1915 spiegava nel suo saggio “Città in Evoluzione” come il carattere locale sia influenzato dal sistema nel suo complesso.

 

Nel suo intervento Riccardo Sandrone, docente del politecnico di Torino, ha attuato una riflessione a partire dalle modalità costruttive delle città italiane. “Queste ultime hanno una storia spesso più lunga di due millenni e fino alla seconda metà del 1800 sono state edificate quasi esclusivamente con materiali locali. I loro centri storici rappresentano perciò, dal punto di vista costruttivo, patrimoni di rilevante valore storico e culturale e ciò dovrebbe essere tenuto in debito conto in ogni intervento su di essi”.

 

Carlo Palmero, presidente dell’Unione cavatori di Bagnolo Piemonte, è intervenuto in merito all’utilizzo, sempre più diffuso, delle pietre locali. “Queste caratterizzano da tempo le opere edili e architettoniche presenti sul nostro territorio. Inizialmente presenti nell’architettura locale, del territorio più vicino alle zone estrattive, grazie alle loro ottime doti di resistenza e durevolezza in opera hanno trovato nel tempo estimatori e utilizzi in Comuni, Province e Regioni anche molto distanti dalle nostre, in impieghi sia di lavori pubblici che di lavori privati. Le nostre pietre, conosciute con il nome di Pietra di Luserna, di Bagnolo, Pietra di Perosa, Quarzite di Barge, utilizzate nei lavori da centinaia di anni, hanno dimostrato sul campo le loro valenze prestazionali. Anche dopo secoli dalla loro installazione, valorizzano ancora oggi le costruzioni in cui sono state inserite”.

 

Tale patrimonio architettonico e culturale, risultato di un investimento vincente ormai passato alla storia, è diventato oggi un valore architettonico unico, spendibile anche turisticamente.
 Proprio in questo momento storico di grandi trasformazioni economiche, organizzative e sociali, in cui si cerca di sviluppare il turismo come nuovo fronte di sviluppo economico, la tipicità territoriale appare un aspetto fondamentale da spendere a livello turistico.
In tale ottica, le nostre pietre appaiono come una materia fondamentale, per caratterizzare il territorio e gli spazi urbani e dotarlo di quella unicità e specificità che sarà la sola a valorizzarsi nel futuro e la sola spendibile dal punto di vista culturale e turistico.

 

Affinché ciò possa realizzarsi, è necessario il sapiente contributo di architetti e progettisti che oggi come in passato dovranno cercare di comporre e dare forma a delle architetture tipicizzanti, che utilizzino pietre del territorio. A un’attenta progettazione, alla quale si rivolge anche il contributo dell’ente camerale attraverso l’inserimento delle voci riguardanti le pietre locali nel Prezzario delle opere edili e impiantistiche, dovrà poi seguire un’attenta esecuzione, al fine di trasferire all’opera finita tutti i livelli prestazionali previsti nella fase progettuale.

 

cs