Ospedale e sanità nel saluzzese, il sindaco Calderoni risponde a Quaglia | Il primo cittadino risponde con una lettera dopo l’accantonamento del progetto dell’ospedale unico Saluzzo-Savigliano

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Carissimi,
concordo quali totalmente con l’intervento del Consigliere Quaglia sulla sanità, anche perché sul tema ci siamo in questi anni confrontati a lungo.

Scrivo quasi soltanto perché non posso condividere le parole di sfiducia nei confronti della Direzione Generale e della Regione. Chiunque governi e abbia governato in passato ha infatti delle responsabilità quindi è impossibile ed inutile dividersi.

 

Questa zona del Piemonte ha subito nel passato troppi depauperamenti e credo abbiamo il legittimo e comprensibile timore che ancora una volta il nostro senso di responsabilità venga scambiato per rassegnazione.

Come è noto, nell’incontro con l’Assessore Regionale alla Sanità Antonio Saitta del 4 dicembre scorso, è stata per il momento accantonata l’ipotesi di un nuovo ospedale tra Fossano, Saluzzo e Savigliano.

Principalmente per motivi di carattere economico, ma anche perché il modello ideale di ospedale va declinato diversamente in aree differenti: un conto sono i contesti metropolitani, altro le aree interne.

 

Nel nostro caso si può lavorare su un modello di spedalità integrata e di prossimità. Occorre però un salto di qualità nella programmazione regionale affinché si chiarisca definitivamente lo scenario della sanità nella Granda.

La nostra provincia oggi è organizzata in due macro aree: il polo sud-est Alba/Bra ed il polo nord-ovest Cuneo/Ceva/Mondoví/Saluzzo/Savigliano con Fossano che non è più nella rete ospedaliera, ma è il polo riabilitativo di riferimento per tutti.

 

Si tenga conto poi che i maggiori costi gestionali derivanti da un ospedale unico su due sedi sono comunque inferiori al gap tra città metropolitana e asl cn 1 nella ripartizione del fondo sanitario regionale per quota capitaria.

Il piano direttorio, allora, collocato in questa più ampia cornice, può prevedere senz’altro la prospettiva dell’ospedale riunito Saluzzo/Savigliano che è cosa ben diversa dalla fragile unione funzionale di tre presidi.

L’ospedale riunito diverrebbe infatti il polo ospedaliero nord della semiluna nord-ovest. Una prospettiva in cui i destini Saluzzo e Savigliano sono legati strutturalmente e non solo funzionalmente.

 

In questa cornice ci si attesterebbe sia verso Cuneo, che potrebbe convenzionare altri servizi elettivi per ridurre le liste di attesa, che verso Alba/Bra anticipando la questione dell’emodinamica di cui ad oggi è previsto il trasferimento a Verduno e che deve invece rimanere nell’area Saluzzese/Saviglianese.

Così si rafforzerebbe il progetto della Direzione Generale Asl Cn1 di sistemazione delle strutture esistenti, mantenendo funzioni differenziate per competenze e livelli di complessità: a Fossano la riabilitazione, a Saluzzo PS e attività programmata ed a Savigliano DEA ed attività d’urgenza.

 

Sono comunque indispensabili approfondimenti e chiarimenti in relazione ad alcune preoccupazioni condivise dallo stesso Saitta:

Quale sarà il rapporto con l’ospedale di Verduno di prossima apertura e quello di Cuneo?
poiché l’integrazione procede a fatica per la mancanza di personale (vedasi la questione della sala gessi quest’estate), quali sono le garanzie che un simile sistema, che oggi, al di là delle difficoltà e delle tante critiche, comunque soddisfa le principali esigenze dell’utenza, regga nel tempo?
dato che l’aspetto infrastrutturale non esaurisce il ventaglio degli elementi necessari ad una pianificazione strategica della sanità nella nostra zona, qual è il progetto definitivo di integrazione tra ospedali e sanità territoriale?

 

Garantire e migliorare il servizio del PS di Saluzzo a supporto del DEA di Savigliano sia rivedendo i protocolli che valutando la creazione di un laboratorio leggero per ridurre i disagi ed i costi dei continui spostamenti; assicurare l’organico adeguato che possa gestire le piccole urgenze decongestionando Savigliano; completare la transizione dell’area chirurgica verso un reparto multidisciplinare che aumenti le risposte ai cittadini e valorizzi appieno la struttura. Nell’immediato futuro è a rischio la piena operatività dell’oculistica.

 

Programmare un polo ambulatoriale con medici convenzionati SUMAI, in particolare gli odontoiatri per un’attività sociale, a prezzi concordati e non solo per i lea.
Spero e credo che queste riflessioni possano essere lo spunto per un documento di una prossima conferenza dei sindaci del Saluzzese che anticipi e completi la delibera della Giunta Regionale di finanziamento del Piano Direttorio dell’Asl Cn 1.

 

Cordialmente,
Mauro Calderoni