Inizialmente ho preferito non scrivere sul vigliacco attacco a Parigi da parte dei tagliagole dell’Isis. Ma il tempo trascorso dall’attentato non è servito a smussare rabbia e preoccupazione, anzi la rassegnazione, perché sono sempre più convinto che l’occidente cristiano la guerra l’abbia già persa.
Non essendo solo una questione militare, sul piano degli atteggiamenti e della disponibilità alla resa la situazione è compromessa. E non perché la paura ci fa cambiare le abitudini, o perché sospendiamo la partite e i concerti nel timore dei gesti “eroici” dei “kamikaze” islamici. Sono conseguenze logiche degli ultimi eventi, acuite dall’effetto ansiogeno provocato dai mass media, i quali confermano uno strabismo assurdo, perché sono i medesimi giornali e tg che hanno dato la notizia dell’abbattimento dell’aereo russo sul Sinai, con decine di bambini a bordo, con un tasso di partecipazione a quei terribili lutti neppure paragonabile con lo spazio dato e le parole usate per il massacro nella capitale francese, per non parlare delle decine di migliaia di cristiani torturati e assassinati dai fondamentalisti musulmani in medio oriente e in Africa.
Per i terroristi è un indubbio successo influire sulla vita quotidiana degli europei e rendere palpabile e diffusa la preoccupazione per se stessi e, soprattutto, per i propri figli, però, in sé, si tratta di atteggiamenti transitori, dai quali è possibile tornare in fretta alla normalità qualora il pericolo fosse sventato.
A compromettere l’esito dello scontro è altro. è, ad esempio, il non riconoscere la matrice del nemico, per cui a Radio24 nei primi servizi dopo l’assalto all’albergo nella capitale del Mali si evita di dire che i terroristi rilasciavano gli ostaggi che sapevano recitare i versetti del Corano, o, in generale, si fa credere che alle manifestazioni di sabato a Roma e Milano in piazza vi fossero decine di migliaia di musulmani.
Al riguardo, lascio la parola a Magdi Cristiano Allam: «I musulmani “moderati” hanno detto “No al terrorismo Sì alle moschee”. Il sottinteso è che, se ci fossero più moschee, scomparirebbe il terrorismo islamico. È troppo facile rilevare che il terrorismo islamico è presente soprattutto ed è esploso nei Paesi musulmani dove le moschee abbondano fin troppo. E visto che la manifestazione era contro gli attentati terroristici che hanno insanguinato Parigi, sorge spontanea la domanda: in Francia ci sono poche o tante moschee? A Parigi vi sono 25 moschee con cupola e minareto e 60 luoghi di preghiera autorizzati, mentre in tutta la Francia 2.300 moschee più 250 in costruzione. Rispetto all’Italia, che ha “solo” 4 mo schee con cupola e minareto e un migliaio di luoghi di preghiera islamici, la Francia ha fin troppe moschee. A fronte della realtà dei Paesi musulmani e della Francia, che attestano come più moschee corrisponda a più terrorismo islamico, perché mai in Italia dovremmo concedere più moschee?».
Claudio Puppione