Arrestati in tre per ricettazione, detenzione abusiva di armi e spaccio | Le indagini erano scattate in seguito ad un furto in abitazione privata ai danni di un noto gioiellere delle Langhe

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I carabinieri della Compagnia di Bra e della Compagnia di Fossano hanno tratto in arresto per spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione e detenzione abusiva di arma da fuoco in concorso, P.E. 26enne, P.G. 23enne entrambi albanesi, senza fissa dimora, pregiudicati e sottoposto a fermo di indiziato di delitto, per ricettazione in concorso, B.S. 18enne, albanese, pregiudicato.

 

 

Nella sera del 4 marzo, un noto gioielliere delle Langhe aveva subito un furto in casa. Rubati pezzi di valore: orologi da collezione, orecchini e collane; ma anche un IPad, un lettore digitale di libri. I ladri avevano rubato anche un revolver e causato ingenti danni per accedere all’abitazione.

 

I carabinieri del NORM della Compagnia di Bra e di Fossano nella mattinata di ieri controllavano B.S., già noto alle Forze dell’Ordine , a bordo della sua autovettura, che si trovava in compagnia di P.E.. L’atteggiamento subito sospetto ha fatto sì che i militari approfondissero le verifiche. I carabinieri perquisivano e ispezionavano il veicolo rinvenendo buona parte della refurtiva trafugata all’orefice la sera precedente e proseguivano con le perquisizioni, sia presso l’abitazione di B.S., sia presso l’albergo in cui alloggiava P.E.

 

È in quest’ultimo luogo, condiviso con P.G., che rinvenivano, ben nascosto nel motore del frigobar, il revolver P38 special, 35 gr. di cocaina purissima, ancora da tagliare, e tutto il necessario per il confezionamento delle dosi: bilancini di precisione e una confezionatrice termica.

 

I carabinieri traevano in arresto P.E. e P.G. per i reati di spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione abusiva di armi e ricettazione in concorso e sottoponevano a fermo di indiziato di delitto B.S. per il reato di ricettazione in concorso. Su disposizione di P.M. di turno della Procura della Repubblica di Asti, i tre giovani venivano tradotti presso la Casa Circondariale di Asti.