Biopsia prostatica: nuova tecnica presso l’Urologia di Savigliano

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Nel mese di marzo sono state effettuate le prime sedute di biopsia prostatica con la metodica innovativa Fusion presso il reparto di Urologia dell’ospedale di Savigliano.

Alla luce dei brillanti risultati e considerata la costante volontà di perseguire la ricerca di tecniche diagnostiche e terapeutiche mini invasive sempre più accurate, sono già state programmate altre sedute per i prossimi mesi.

 

In Italia il carcinoma della prostata è la neoplasia più frequente tra i maschi a partire dai 50 anni di età (oltre il 20% di tutti i tumori diagnosticati) con circa 40 mila nuovi casi all’anno. L’attribuzione delle categorie di rischio avviene sulla base dell’antigene prostatico specifico (PSA) e soprattutto dei risultati della biopsia prostatica, che è il mezzo diagnostico per eccellenza.
La biopsia, cioè il prelievo di campioni di tessuto da sottoporre ad indagine, deve quindi essere la più precisa ed attendibile possibile.

 

“Abbiamo intrapreso un nuovo progetto di sviluppo della metodica di biopsia prostatica fusion, che consolida una esperienza già maturata negli ultimi anni presso Centri di rilevanza nazionale, con l’obiettivo di incrementare e potenziare la definizione diagnostica del tumore prostatico”, spiega Pietro Coppola, direttore della struttura complessa di Urologia dell’Asl CN1.

 

Aggiunge: “Il supporto di tutta l’equipe medica e di tutto il personale infermieristico del reparto, del day hospital e della sala operatoria ha permesso di concludere le sedute operatorie con successo e tutti i pazienti sono stati dimessi dopo poche ore dalla procedura. Si è potuto constatare nella pratica che, mentre con i tradizionali sistemi in due dimensioni, anche aumentando il numero di prelievi, la percentuale di biopsie positive non ha mai superato il 30-35%, invece con l’introduzione della metodica Fusion si è riusciti ad avere più dati positivi e meno biopsie inutili”. Con tale metodica e in pazienti selezionati (già precedentemente sottoposti a biopsia prostatica risultata negativa), oggi è possibile eseguire delle biopsie mirate superselettive su aree prostatiche sospette. Tutto ciò mediante un software che consente la fusione dell’immagine ecografica e dell’immagine di risonanza magnetica fornita grazie alla collaborazione con i medici del reparto di Radiologia diretto dal Dott. Alessandro Leone.

 

Alla luce dei brillanti risultati offerti dalla metodica e considerata la costante volontà di perseguire la ricerca di tecniche diagnostiche e terapeutiche mini invasive e sempre più accurate per il paziente, sono già state programmate altre sedute operatorie di biopsia prostatica fusion per i prossimi mesi.